Vita in famiglia

di Akhil Sharma

Ha consegnato questo libro all'editore con nove anni di ritardo, come racconta nei ringraziamenti finali, in cui ringrazia l'editore per la pazienza.

Ci ha messo dodici anni per scrivere "solo" 170 pagine.

Per Akhil Sharma, non sono certo state la lunghezza o la complessità della trama gli ostacoli per terminare il suo secondo romanzo, Vita in famiglia, ma la necessità di trovare un perfetto equilibrio per raccontare questa storia familiare.

Per dirla con un altro scrittore indiano, Rohinton Mistry, "la vita è un perfetto equilibrio fra speranza e disperazione", anche nel suo romanzo Un perfetto equilibrio l'ago della bilancia sembrerebbe più spostato verso la disperazione.
Akhil Sharma racconta in questa intervista che in questi dodici anni di tentativi non riusciva a descrivere questa disperazione in modo che potesse essere interessante per un lettore. 
Alla fine però c'è riuscito, non solo a renderla interessante, ma anche ad appassionare il lettore.


La storia è quella della sua famiglia, anche se un po' romanzata, la famiglia Mishra di Delhi - madre, padre e due fratelli - che negli anni Settanta decide di emigrare negli Stati Uniti.

I "romanzi di immigrazione", se così si possono chiamare, insistono spesso su tutte le possibili diversità fra il paese di origine e quello di immigrazione, fra India e Stati Uniti. 
Qui questi paragoni si risolvono abbastanza rapidamente nella meraviglia di Ajay, fratello minore e narratore della storia, di fronte all'acqua calda che esce dai rubinetti, agli ascensori, alla tv che trasmette tutto il giorno e ai libri che si possono prendere in prestito gratuitamente dalle biblioteche. 

Ma il fatto che i personaggi siano immigrati è sempre un punto focale di questo libro, anche se rimane sullo sfondo rispetto alla vicenda principale: l'incidente del fratello, che trasforma la vita della famiglia cambiando radicalmente tutto, una cesura durata solo tre minuti, ma più forte di quella fra India e Stati Uniti.

È qui che l'equilibrio è perfetto, nel descrivere le dinamiche della famiglia che evolvono negli anni e le emozioni espresse a volte con mezze parole, a volte con silenzi: una madre dedita esclusivamente al figlio malato, un padre alcolizzato, l'altro figlio che deve reinventarsi il suo ruolo e un'assenza che si fa sentire in ogni momento.

Akhil Sharma descrive il dolore con lucità, mettendosi alla distanza giusta senza essere distaccato e con una profonda tenerezza nei confronti dei personaggi.  
Descrive la quotidianetà che parla di questo dolore, perché tutti i gesti, desideri, parole del quotidiano portano sempre lì: non è giusto pregare Dio per prendere un bel voto a scuola perché è egoistico chiedere qualcosa per sé, quando c'è un fratello che sta male.

Fa parte della quotidianetà anche la condizione di immigrati: i protagonisti frequentano solo la comunità indiana e il tempio che sa di incenso e muffa, a scuola fanno un gruppo a parte, gli altri indiani li vanno a trovare a casa per prendere la loro benedizione, come se fossero dei santi, salvo poi abbandonarli quando scoprono che il padre è alcolizzato. 
La vita "nel mondo dei bianchi" è sempre lontana, l'integrazione non è neanche concepibile e comunque non interessa a nessuno.

In questa doppia nicchia, quella di immigrati e quella di una famiglia con un invalido, Ajay deve trovare il modo per essere qualcuno, e la chiave è trasformare la sua dolorosa vita in famiglia in una storia da raccontare. 

Mi sono molto piaciute le pagine in cui Ajay legge Hemingway, o meglio, legge di Hemingway, per imparare a scrivere. 
In un saggio Ajay legge che Hemingway poteva permettersi di scrivere in una prosa semplice e piana perché le sue storie sono esotiche e i suoi personaggi sono eroi.

Ecco, invece, Sharma può permettersi di scrivere in modo semplice, con frasi brevi e controllate, perché la sua storia è ordinaria, i suoi personaggi sono comuni, e il dolore e la speranza che li fanno muovere sono autentici.


Akhil Sharma, Vita in famiglia, Einaudi 2015
Traduzione di Anna Nadotti
pp. 178, € 19

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