Saraswati park

di Anjali Joseph

A differenza di altri libri ambientati a Bombay che di questa città esaltano il caos metropolitano, la vita frenetica in una città sovraffollata e il mare ribollente del grande intreccio di storie e personaggi, quella di Anjali Joseph è una Bombay di quiete, dove i giorni scorrono con la lentezza della vita quotidiana e dove la gente normale fa cose normali.

E' una Bombay fatta di piccoli angoli, di raggi di luce alle diverse ore del giorno che il cielo riflette per illuminare vie, sobborghi e personaggi. 

E' una Bombay fatta di pioggia e di ombrelli, appartamenti e cucine, tazze di tè e lavori di casa, gechi negli armadi e fantasmi sui muri, bancarelle di libri usati e canti di uccelli, stazioni e treni che diventano piccoli spazi di riflessione dei personaggi sulla via di casa.

Una città che viene fuori in immagini lievi e accenni nitidi, e che se ne sta tranquilla sullo sfondo delle vicende di questo romanzo delicato e sottile. 

Saraswati Park è il romanzo di esordio di Anjali Joseph, una giovane scrittrice che ha cercato di rappresentare la "sua" Bombay, come dice in questo video (in realtà ha vissuto un po' in India e un po' in Inghilterra, e ora vive in Inghilterra). Ha vinto a settembre il Vodafone Crossword Book Award nella categoria narrativa in lingua inglese (ex aequo con Jimmy the terrorist di Omair Ahmad). Ancora non è stato tradotto in italiano.



Saraswati park non ha una trama vera e propria. 
Mohan e Lakshmi sono una coppia sui cinquant'anni che sta perdendo giorno dopo giorno la vitalità del matrimonio nella quotidianetà della vita pacata della piccola borghesia. 
Lui come lavoro scrive lettere (per chi non sa scrivere) di fronte all'ufficio postale e ama i libri usati; lei sta a casa, rendendosi conto che il rapporto più profondo che ha nella sua vita è, tristemente, quello con le camicie da lavare.

A casa loro, nel complesso residenziale suburbano e sonnolento che si chiama appunto Saraswati Park, arriva come ospite il nipote Ashish, un diciannovenne insicuro e annoiato che deve ripetere l'ultimo anno di college e che cercherà amore e comprensione nelle relazioni prima con un suo compagno e poi con l'insegnante un po' misterioso e affascinante che gli dà lezioni private.  

Queste vicende sono tracciate con un ritmo quieto e malinconico, con una prosa delicata e meticolosa, che con poche parole sa caratterizzare anche il più secondario dei personaggi, un domestico o un'insegnante del college. 

E la scrittura discreta e tranquilla descrive perfettamente la poesia che sta nei sogni modesti, nelle piccole tragedie quotidiane, nei desideri disperati e inespressi, nei silenzi dimessi che allontanano a poco a poco le persone, ma che allo stesso modo possono anche riavvicinarle. 

Commenti

  1. Credo mi piacerebbe...in genere preferisco le storie comuni raccontate 'sottovoce'.
    :-)
    a presto presto!

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  2. Io invece in genere tendo a innamorarmi di più delle storie intricate e grandiose con mille personaggi, ma poi in realtà un romanzo è un buon romanzo indipendentemente dal tipo di storia che racconta, basta che la sappia raccontare bene, e soprattutto che sappia raccontare bene i suoi personaggi.

    Qui a volte mi è sembrato di essere più coinvolta io nelle vicende dei personaggi che loro stessi... in realtà evidentemente anche loro erano coinvolti ma non lo lasciavano trasparire in superficie.
    (Parlo dei personaggi come di persone vere, lo so, ma a volte penso proprio che lo siano...)

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